Shalom da Gerusalemme
Leggiamo Isaia 61:1-3. Lo Spirito del Signore, di DIO, è su di me, perché il SIGNORE mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l’apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l’anno di grazia del SIGNORE, il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolare tutti quelli che sono afflitti; per mettere, per dare agli afflitti di Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto, affinché siano chiamati querce di giustizia, la piantagione del SIGNORE per mostrare la sua gloria.
Il passo di Isaia 61:1-2a inizia a compiersi quando Yeshua lo legge in una sinagoga di Nazaret (Luca 4:18-19), fermandosi di proposito a metà di una frase. Guardiamo la storia per vedere cosa è accaduto a compimento del resto di questi versetti.
Dopo che il Messia è tornato dal Padre, il primo Corpo messianico ha iniziato ad ubbidire al Suo mandato. Non appena i discepoli hanno ricevuto la pienezza dello Spirito (Atti 2:1-4), hanno predicato la buona notizia, guarito chi era senza speranza, chi era afflitto nella mente, dichiarato la libertà e liberato i prigionieri del peccato, e da Gerusalemme hanno proclamato l’anno di grazia del Signore.
Isaia mostra la grazia di Dio che trionfa sui Suoi giudizi, descrivendo il tempo della Sua grazia come un ‘anno’, mentre la Sua vendetta è vista come un ‘giorno’. Noi ora siamo in quel giorno. Mentre ogni cosa prima dell’interruzione della Sua frase è globale, Sion è la ragione del tempo della vendetta di Dio. I santi che sono molto avanti con gli anni ricordano il grande impatto che ha avuto la proclamazione dello Stato d’Israele nel 1948. Essi hanno visto il compimento di Salmi 102:13: Tu sorgerai e avrai compassione di Sion, poiché è tempo d’averne pietà; il tempo fissato è giunto.
Questo verso segue Salmi 102:1-11, che è un’incredibile descrizione profetica dell’Olocausto.
Ciò che Dio dice riguardo al Suo giorno di vendetta
comprende anche il soddisfare i bisogni del Suo popolo dopo l’Olocausto: Lui consola gli afflitti di Sion; Lui dona loro un diadema invece delle ceneri dei forni crematori nazisti; Lui dona loro gioia invece di dolore e lode invece di uno spirito abbattuto. E Lui lo ha fatto, e lo sta ancora facendo, per la Sua gloria (Ezechiele 36:22-32)!
Anche la controversia tra Dio e le nazioni riguardo a Sion sta accadendo ora (Isaia 34:8). Vedendo la crescente intensità e frequenza degli eventi profetici, capiamo che Dio sta agendo rapidamente per concludere quest’era con il glorioso ritorno del Messia Yeshua. Non ci meraviglia che il diavolo stia spingendo le nazioni alla furia contro Dio e il Suo Unto (Salmi 2:1-3). Satana sa di avere poco tempo (Apocalisse 12:12).
L’elefante islamico nella stanza
Molte persone intelligenti fanno un grande chiasso sui conflitti in Medio Oriente o sul perché molti immigrati musulmani siano pericolosi in Occidente, eppure non menzionano mai l’ideologia dell’Islam come fulcro del problema.
L’Islam pretende una guerra all’ultimo sangue contro tutti i non musulmani. Tutte le attuali manipolazioni, concessioni ed accordi politici di pace ignorano questo fatto. Mentre i musulmani sono ingannati ed intrappolati in questo reame demoniaco, i cristiani evitano di affrontare questa realtà per non essere etichettati come ‘islamofobi’. Ma non dicendo la verità, l’Occidente e la Chiesa stanno agendo come dhimmis, cittadini di seconda classe sotto l’Islam, a cui è proibito parlare di Allah o dell’Islam e che devono pagare la jizya, un’umiliante tassa da parte dei non musulmani alle autorità musulmane. Questo è ciò che accade ora, mentre occidentali e cristiani aiutano i musulmani, dato che ciò è spesso visto dai musulmani come jizya.
Natalia Osten-Sacken, una giornalista freelance per euroislam.pl, ha intervistato Mona Walter, un’attivista quarantacinquenne somala che è fuggita in Svezia come rifugiata musulmana quasi 30 anni fa. È diventata cristiana, ha ricevuto minacce di morte, eppure è un’attivista per la libertà religiosa. Di seguito sono riportate alcune risposte della Walter.
Tra i musulmani in Svezia non si riportano casi di stupro di ragazzine e ragazzini da parte di imam o di familiari, perché gli assistenti sociali svedesi hanno paura di agire in questi contesti per non essere bollati come razzisti. Ai musulmani viene insegnato nelle moschee ad “odiare i non credenti/infedeli” e ciò ha come risultato i crimini di odio. I genitori rifiutano di far integrare i loro figli o di permettere loro di mischiarsi con i non musulmani.
Alla domanda sul perché “gli islamici radicali in Europa stanno diventando … sempre più popolari ed attivi,” ha risposto che ciò accade per colpa “dei social media” e perché oggi ci sono “più musulmani”. Inoltre, i bambini nati negli anni ’90 oggi sono adulti. “Hanno frequentato scuole islamiche, sono stati sottoposti al lavaggio del cervello, alla radicalizzazione, ed hanno imparato l’odio per la società occidentale … La rendita degli ultimi 30 anni è maturata.”
La risposta a coloro che vogliono proteggere la libertà religiosa è riconoscere che “l’Islam … è un sistema totalitario,” che proibisce “tutte le altre religioni, la libertà di parola e la libertà della scelta individuale. È l’opposto della democrazia.”
L’Islam, inoltre, non è una religione di pace. La pace islamica significa che tutte le persone devono “accettare l’Islam come loro religione,” con il controllo della sharia, la legge islamica. L’Islam divide l’umanità in “una casa della pace e una casa della guerra.” Tutti gli infedeli, anche i “musulmani liberali che non accettano la sharia, si trovano nella casa della guerra.”
La Walter vede forse una possibilità di riforma per l’Islam? No! “Come si può riformare Allah? Il Corano è la parola di Allah … La Riforma nel Cristianesimo ha significato un ritorno … alle Scritture. Applicando questo criterio, l’Islam è già stato ‘riformato’ dal wahhabismo e dal salafismo,” espressioni radicali dell’Islam di oggi. ("Everyone was afraid to be branded as a racist," N. Osten-Sacken, Gatestone Institute, 23 Apr. 2018)
L’ascesa dei nazisti islamici
È una cecità indotta da Dio (2 Tessalonicesi 2:11) ciò che porta molti occidentali ad ignorare “la retorica antisemita del presidente turco Erdogan,” o che porta l’Europa a sostenere i palestinesi ignorando la loro aperta dichiarazione di voler distruggere Israele, o che porta l’Europa a spalleggiare l’accordo sul nucleare iraniano ignorando lo spesso reiterato obiettivo dell’Iran di sterminare Israele. Tzvi Sadan si chiede: nel mondo di oggi, dove “nazista” è “una parolaccia per coloro che non aderiscono alla nostra visione politica,” i veri nazisti sono invisibili, “liberi di perseguire la loro versione personale della ‘soluzione finale’?”
Erdogan chiama i palestinesi “simbolo di tutti gli oppressi …” dicendo che il futuro dell’umanità è determinato dalla “sua posizione rispetto alla causa palestinese e alla questione di Gerusalemme …” Questa inventata ‘oppressione’ è un riflesso di ciò che Hitler usò contro gli ebrei nella sua nazione, vedendoli come un “agente diabolico” che dissacrava tutta l’umanità.
Erdogan fa ancora eco ad Hitler chiamando ad una guerra santa contro lo Stato ebraico. O come disse Hitler: “La mia condotta si accorda con la volontà del Creatore Onnipotente. Nello stare in guardia contro gli ebrei sto difendendo l’opera del Signore.”
Il sostegno dei musulmani per Hitler è dolorosamente ovvio, eppure le nazioni guardano da un’altra parte, perciò questo spirito nazista-islamico contro il popolo di Dio e la Sua nazione cresce in modo evidente ogni giorno. ("Out of the North Evil Will Break Forth," Tsvi Sadan, Israel Today, 18 May 2018)
Manfred Gerstenfeld dice: “L’anti-israelismo è un tipo di antisemitismo.” Alcuni dell’estrema sinistra vogliono che Israele sia rimosso, cosa che “può accadere solo col genocidio.” Alcuni ideologi di sinistra moderni dividono il mondo “in oppressori ed oppressi. Gli oppressori sono presumibilmente tutti i bianchi, compresi Israele e gli ebrei.” Eppure ignorano il fatto “che la maggior parte delle persone uccise nei conflitti armati in questo secolo sono musulmani uccisi da altri musulmani …” ("The World's Mega-anti-Semites," M. Gerstenfeld, JP Op-ed, 21 June 2018)
L’Iran allo scoperto! Il mondo sbadiglia
David Horovitz, del Times of Israel, dice che la risposta “derisiva,” da parte delle “nazioni che hanno negoziato la capitolazione nucleare del 2015 di fronte all’Iran,” alla rivelazione del primo ministro Bibi Netanyahu delle prove che il Mossad ha sottratto all’Iran sul “programma di armi nucleari iraniano … non fa altro che sottolineare la loro incompetenza, il loro fallimento, la loro malafede e la gravità della sopravvivenza della minaccia iraniana che esse … hanno fallito nel contrastare.”
Bibi non dice che Israele possieda prove che l’Iran ha infranto l’accordo del 2015. È proprio l’opposto; Israele è preoccupato “che l’accordo è così superficiale, così mal concepito, così mal costruito,” che l’Iran non ha bisogno di infrangerlo. Esso può portare avanti liberamente lo sviluppo dei programmi balistici e missilistici nucleari, ed attendere fino allo scadimento dell’accordo per produrre armi nucleari. “E ciò che tutta quella raccolta di documenti iraniani infine dimostra è che questo è precisamente ciò che l’Iran intende fare …”
I critici di Bibi hanno detto che non c’è nulla di nuovo in quello che Bibi ha presentato, mentre la rappresentante europea per gli affari esteri Mogherini dice che l’accordo è stato fatto “perché non c’era fiducia tra le parti …” Horovitz conclude che questo significa che “sapevamo che stavano mentendo e per questo abbiamo dovuto mettere in atto questo accordo … [oppure] sapevamo che stavano mentendo e per questo abbiamo stipulato con loro un pessimo accordo …”! ("Derisive response to PM's exposé shows world still refusing to get real on Iran," D. Horovitz, TOI Op-ed, 1 May 2018)
Il dottor Kazem Moussavi, un esiliato attivista iraniano per l’opposizione, ha detto: “Per comprendere l’importanza del materiale d’archivio che è stato rivelato” da Israele, bisogna capire “che il programma nucleare dell’Iran è il prodotto della [sua] visione del mondo apocalittica e antisemita, e dei suoi obiettivi globali,” che sono “anti-occidentali ed anti-israeliani …”
Moussavi vede il mondo attuale in guerra con l’Iran “in Iraq, Siria, Yemen, Libano, e sui confini d’Israele,” non solo a causa di Hamas e dell’Hezbollah, ma anche per via della presenza militare dell’Iran in Siria. ("Exiled Iranian activist: Europe… acknowledge Iran threat," Israel Hayom, 2 May 2015)
Gli iraniani stanno ancora protestando contro “la linea dura del regime dominante” e la galoppante inflazione del rial iraniano, la loro moneta corrente. Sono stanchi del fatto che il regime si “focalizzi sull’intervento estero” invece che sul benessere dell’Iran. I cori di protesta in lingua farsi, “Morte alla Palestina”, si riferiscono al sovvenzionamento, da parte dell’Iran, di Hamas a Gaza e ai suoi sforzi per distruggere Israele. Le enormi spese dell’Iran in Siria hanno portato i manifestanti a gridare: “Lascia la Siria e pensa a noi.” ("Iranian Protestors… Chanting, 'Death to Palestine'," Washington Free Beacon, 25 June 2018)
Ma i capi sciiti iraniani sono fissati con Israele, come ha detto di recente una guardia rivoluzionaria iraniana: “Oggi un esercito islamico internazionale si è formato in Siria,” in attesa dell’ordine di attaccare Israele. Ha lodato l’ayatollah Khomeini, capo della rivoluzione islamica dell’Iran del 1979, che “ha fatto della distruzione di Israele un obiettivo iraniano.” ("Top Iranian general: Forces in Syria 'awaiting orders' to destroy Israel," TOI, 9 July 2018)
Israele minacciato da nord
L’attenzione principale per la sicurezza d’Israele si concentra sui confini siriano e libanese, dove le forze dell’Iran e dei suoi alleati stanno scavando trincee. Benché la promessa di Dio in Geremia 31:35-37 dica che Israele non sarà distrutto, ciò non vuol dire che una futura guerra con delle uccisioni di massa sia fuori questione. Per questo noi vegliamo e preghiamo. [Unisci a noi su: www.ifi.org.il]
Herb Keinon ha detto che i democratici americani hanno odiato le notizie riportate dalla stampa di metà luglio sull’incontro tra Trump e Putin in Finlandia. Perfino i repubblicani hanno storto il naso quando Trump ha spalleggiato “il diniego di Putin ad aver avuto parte nelle elezioni americane del 2016 …” Anche molti capi europei sono rimasti sgomenti, dal momento che vedono Putin come una minaccia reale ed attuale.
Ma Netanyahu è rimasto elettrizzato. La sua “campagna diplomatica,” che gli ha permesso di contattare entrambi gli uomini prima dell’incontro, ha dato i suoi frutti, perché all’incontro visto in diretta da tutto il mondo entrambi hanno accettato “le preoccupazioni di Israele per la sicurezza riguardo alla Siria e il bisogno di fare qualcosa al riguardo.” ("Putin-Trump news conference that made Netanyahu smile," H. Keinon, JP, 17 July 2018)
La situazione siriana è intrisa di pericolo. L’Iran sta cercando di stabilire una presenza militare sia lì che in Iraq. Inoltre sono appena giunte notizie che l’Iran sta trasferendo armi e missili all’Hezbollah in Libano attraverso l’uso di aerei commerciali.
Intanto, Israele ha da poco rivelato che negli ultimi due anni ha colpito oltre 200 bersagli iraniani. Non ci aspettiamo che si fermi.
Israele attaccato da sud
Israele ha lasciato Gaza nel 2005, ma dal 30 marzo Hamas ha ammassato gli abitanti del posto per abbattere il muro di difesa e fare irruzione in Israele. I terroristi di Hamas si nascondono tra i civili e, finora, circa 200 abitanti di Gaza, per la maggior parte terroristi, sono stati uccisi, migliaia sono stati feriti, mentre solo un soldato israeliano è morto. Questa è la piena manifestazione della protezione miracolosa di Dio (Geremia 31:10).
Il giorno in cui l’ambasciata americana si è trasferita a Gerusalemme è stato il giorno peggiore delle manifestazioni di rivolta; oltre 60 abitanti di Gaza sono stati uccisi. Yaakov Amidror, un ex generale maggiore delle IDF e consigliere per la sicurezza nazionale, ha detto che le critiche che insinuano che Israele debba “usare meno armi letali” è un esempio di come le persone “da ufficio con l’aria condizionata” vogliano insegnare come fronteggiare decine di migliaia di arabi, in mezzo a cui non si sa chi sia terrorista e chi siano i civili innocenti “che sono presenti solo perché hanno ricevuto denaro da Hamas …” ("Former NSC Head Amidor: So. Africa & Turkey not important for Israel," Herb Keinon, JP, 15 May 2018)
In un video su Facebook, Netanyahu ha citato alcune recenti dichiarazioni da parte dei capi anziani di Hamas. M. al Zahar ha detto che “chiamare le azioni dei palestinesi sul confine di Gaza ‘pacifiche’ è un chiaro ‘inganno’ …” Bibi è d’accordo: “Sparare e lanciare esplosivi agli israeliani non è pacifico affatto.”
Y. Sinwar ha detto che lo scopo di queste proteste è di “abbattere il loro confine ed abbattere i loro cuori.” Bibi è d’accordo: “Distruggere Israele ed uccidere israeliani innocenti è il loro vero obiettivo.” ("… I agree with Hamas," Arutz 7, 18 May 2018)
David Weinberg, vicepresidente del Jerusalem Institute for Strategic Studies, cita Charles Krauthammer, che nel 2014 scrisse: “Ricercare la guerra deliberatamente in modo che il proprio popolo venga ucciso in modo telegenico è … follia morale e strategica. Ma si fonda su una premessa molto razionale: dato lo stato orwelliano del trattamento che il mondo riserva ad Israele, alimentato da un miscuglio di classico antisemitismo, da una quasi totale ignoranza storica e da una simpatia di riflesso per l’apparentemente diseredato terzo mondo, le esplosioni che vedono protagoniste le vittime palestinesi alla fine vanno a minare il sostegno della legittimità e del diritto di Israele all’autodifesa. In un mondo di inversioni etiche così kafkiano, la depravazione di Hamas inizia ad avere senso. Il punto è spingere Israele a rispondere al fuoco, per produrre palestinesi morti da presentare alla televisione internazionale.”
Weinberg continua: “Fa rabbia che i capi democratici dichiarino di essere preoccupati per i diritti dei palestinesi pur ignorando … il piano genocida ed antisemita di Hamas, e la sua storia di oppressione islamica ed abuso dei diritti umani.”
È pericoloso che le nazioni, “che insistono sull’importanza dei confini stabiliti nel ’67, ora simpatizzino con i tentativi di sfondamento degli stessi confini intorno a Gaza. Cos’è il sostegno occidentale per il ‘diritto di Israele ad esistere entro confini sicuri e riconosciuti’ se questi confini non si possono difendere?”
È “una bestemmia mettere sullo stesso piano l’abuso che Hamas fa dei civili nelle manifestazioni di violenza, con il desiderio di Israele di evitare la violenza e la cura che esso mette nel distinguere tra gli agitatori terroristi ed i manifestanti civili …”
È disgustoso considerare il bilancio delle vittime come “sproporzionato. Quanti israeliani dovrebbero morire per amore di equilibrio …?”
E perché così tanti accettano i “giorni della rabbia” palestinesi? L’Occidente pensa forse che “un comportamento responsabile e ragionevole … non si possa aspettare da parte dei palestinesi? Questo è il lieve bigottismo delle basse aspettative e il corrispettivo pesante bigottismo del pretendere una condotta impeccabile/impossibile da parte d’Israele.”
Golda Meir una volta ha detto: “Possiamo perdonare gli arabi perché uccidono i nostri figli. Ma non possiamo perdonarli per il fatto che ci costringono ad uccidere i loro figli.” Weinberg: “Noi israeliani possiamo perdonare il mondo perché promuove i diritti dei palestinesi. Ma non possiamo perdonarlo per il fatto che permette ai palestinesi di credere che Israele si prenderà sempre la colpa a prescindere da quale sia la provocazione.” ("Gaza prejudice and perfidy," D. M. Weinberg, Israel Hayom Op-ed, May 18, 2018)
Clifford May, presidente della Foundation for Defense of Democracies, scrive: “La linea di separazione tra l’odio per Israele e l’odio per gli ebrei è lungi dall’essere scomparsa. Nel 20° secolo l’obiettivo degli estremisti antisemiti era un’Europa senza ebrei. Nel 21° secolo l’obiettivo degli estremisti antisemiti è un Medio Oriente senza Stato ebraico.”
Il Sionismo moderno è stato concepito “per costruire un moderno Stato ebraico in una parte dell’antica terra ebraica.” Israele era un rifugio per gli ebrei da tutto il mondo, “compresi centinaia di migliaia di espulsi dalle nazioni arabe e musulmane dopo la seconda guerra mondiale … Essere un sionista ora significa sostenere il diritto di Israele a sopravvivere” e a difendersi da tutti coloro “le cui intenzioni sono apertamente genocide. Di conseguenza, questo ci dice anche cosa significhi essere un antisionista.” ("For Hamas & its friends, the worse the better," C. D. May, Israel Hayom Op-ed, 25 May 2018)
L’attacco dei giocattoli del terrore
Hamas ha bruciato intere aree del territorio meridionale di Israele tramite l’uso di aquiloni, palloni e perfino preservativi riempiti di elio, per portare il fuoco oltre il muro di difesa. Poiché a mandarli sono per la maggior parte adolescenti o bambini, Israele ha ancora difficoltà a gestire questo tipo di attacchi.
Gil Troy dice che non è più un trauma vedere “il mondo che passa sopra all’assalto che i palestinesi stanno facendo alle normative internazionali.” E mentre essi ora stanno “violando il divieto stabilito dalla Convenzione di Ginevra di attaccare riserve di cibo o campi coltivati,” il mondo ancora dà la colpa a Trump e Netanyahu per aver trasferito l’ambasciata americana. Eppure, questa azione è la sintesi dei “due opposti nazionalismi e delle scelte che i rispettivi capi di stato continuano a fare: i sionisti seminano e mietono, e i palestinesi bruciano e distruggono.” ("The Palestinians' 'Kitetifada' deserves an ignoble prize," G. Troy, JP Op-ed, 12 June 2018)
Pace con chi?
Ad una sessione del Consiglio nazionale palestinese, la “lezione di storia” tenuta dal presidente dell’Autorità Palestinese Abbas è stata piena di teorie cospiratorie antisemite con lo scopo “di provare che la connessione vecchia di tremila anni tra gli ebrei e la terra d’Israele è falsa.” Egli ha anche dichiarato che “l’Olocausto non è stato il risultato dell’antisemitismo,” ma delle pratiche sociali ed economiche degli ebrei. ("Abbas says Jews' behavior, not anti-Semitism, caused the Holocaust," TOI, 1 May 2018)
Bibi ha replicato al discorso tramite un messaggio su Twitter: “Con la massima ignoranza e faccia di bronzo ha dichiarato che gli ebrei d’Europa sono stati perseguitati ed uccisi non perché erano ebrei ma perché hanno prestato soldi con gli interessi … il negazionista dell’Olocausto è ancora un negazionista dell’Olocausto.”
E l’ambasciatore americano in Israele, David Friedman, ha risposto: “A tutti coloro che credono che Israele sia la ragione per cui non abbiamo pace, scordatevelo.” ("Time for Holocaust denier Abbas to step down," Arutz 7, 2 May 2018)
Yigal Carmon, capo del ME Media Research Institute, dice che non siamo ancora vicini alla pace oggi perché, benché l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (PLO) “abbia scelto la via democratica nel ’93 ad Oslo,” questo gesto è stato solo un cambiamento tattico e non ideologico. Il cambiamento che avrebbe potuto tradursi in un vero accordo di pace ci sarebbe stato se i palestinesi non avessero chiesto il diritto al ritorno per i loro cosiddetti rifugiati che sono fuggiti da Israele nel 1948 sulla base di promesse, fatte dagli eserciti arabi invasori, di un futuro ritorno dopo la distruzione di Israele. Anche oggi la PLO non vuole, né può, rinunciare a questa pretesa, benché l’America sia in azione per metterla in discussione e per rigettare la loro definizione di chi sia realmente un rifugiato. A sottolineare l’elemento “politico” è la dottrina islamica dei territori wakf, che stabilisce che ogni terra che sia stata una volta sotto il dominio di Allah appartiene per sempre ad Allah e deve essere restituita, anche tramite il jihad.
“Oggi, la maggioranza degli israeliani si oppone alla divisione della terra, e la testardaggine dei palestinesi sul diritto al ritorno ha facilitato gli israeliani a non restare invischiati” in questa faccenda. ("Why the peace process failed," Y. Carmon, Israel Hayom Op-ed, 14 May 2018)
I palestinesi, che non hanno idea di quale sia l’accordo di pace di Trump, lo hanno già rifiutato. Dal suo riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele, nel dicembre 2017, “i capi dell’Autorità Palestinese hanno rifiutato” ogni accordo con l’amministrazione Trump, ad eccezione di ricevere gli aiuti finanziari, che l’America sta bloccando mentre questo articolo viene scritto. Tutti i massimi capi dell’Autorità Palestinese hanno messo su “una campagna diffamatoria di odio ed incitamento” contro il gruppo di Trump, soprattutto contro i suoi consiglieri “ebrei e sionisti”: Kushner, Greenblatt e Friedman.
Bassam Tawil rivela perché l’Autorità Palestinese sta rifiutando “qualcosa che non conosce.” L’unico piano di pace che accetteranno è quello che permetterà loro “di raggiungere la ‘soluzione progressiva’ di cancellare Israele dalla faccia della terra.”
Tawil sottolinea una verità che la maggior parte dei difensori della pace non vede, cioè che “nessun capo palestinese” potrebbe mai “accettare alcun accordo di pace con Israele,” poiché sia l’Autorità Palestinese che Hamas hanno radicalizzato un’intera generazione all’odio per Israele. Benché il governo americano possa avere le migliori intenzioni, “non c’è nessuna controparte dal lato palestinesi con cui Israele possa stringere qualsivoglia accordo.” ("Palestinians: The Only Acceptable Peace Plan," B. Tawil, Gatestone Institute, 25 June 2018)
“L’accordo del secolo” di Trump
Ryan Jones, di Israel Today, ha detto che quando Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele ed ha spostato qui l’ambasciata americana, molti israeliani hanno avuto paura del “prezzo diplomatico” che egli avrebbe potuto chiedere loro di pagare. Trump è sembrato convalidare queste paure in un recente discorso rivolto ad una folla del West Virginia, in cui ha detto di avere pienamente appoggiato la posizione di Israele su Gerusalemme, ma ora “Israele dovrà pagare un prezzo maggiore,” e i palestinesi “otterranno qualcosa di molto buono …” È questo “qualcosa di molto buono” che ci preoccupa, perché la maggior parte delle “linee rosse palestinesi rappresentano delle reali minacce esistenziali per il futuro d’Israele …” ("How worried should Israel be about Trump's…remarks?" R. Jones, Israel Today, 22 Aug. 2018)
A Gerusalemme, il consigliere americano per la sicurezza nazionale, John Bolton, ha ridimensionato la dichiarazione a proposito del “prezzo maggiore”, dicendo che Trump vede ciò che ha fatto per Gerusalemme “come la cosa più naturale e giusta da fare, e non è una questione di quid pro quo.” ("Bolton: No 'quid pro quo' in Jerusalem embassy move," Arutz 7, 22 Aug. 2018)
Charles Bybelezer, di The Media Line, ha detto che, in risposta alla dichiarazione sul “prezzo maggiore” di Trump, il direttore della Commissione politica del Consiglio legislativo palestinese, il dottor Abdullah, ha risposto: “L’unica cosa che gli americani possono fare è ritrattare la decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale del popolo ebraico.” Egli ha aggiunto: “Abbiamo iniziato il nostro movimento nel 1965 per ricostruire il nostro diritto all’autodeterminazione e continueremo ad insistere con ogni mezzo legittimo per riguadagnare la nostra sovranità.” [Il 1965 è due anni prima della guerra del ’67, quando Israele ha riconquistato i cosiddetti ‘territori occupati’. Perciò il territorio che vorrebbero ripristinare è tutto Israele!] ("The cost of admission to Trump's peace negotiations," C. Bybelezer/The Media Line, JP Op-ed, 23 Aug. 2018)
Legge fondamentale: lo Stato-Nazione del popolo ebraico
Poiché Israele non ha una costituzione, occasionalmente vengono approvate delle leggi fondamentali che diventano leggi della terra. Questa recente legge fondamentale è stata oggetto di menzogne ed è stata utilizzata per demonizzare ulteriormente Israele, eppure dice solamente ciò che la Dichiarazione di indipendenza d’Israele del 1948 già diceva.
Questi ne sono i principi basilari: “La terra d’Israele è la patria storica del popolo ebraico, in cui è stato stabilito lo Stato d’Israele … Lo Stato d’Israele è la patria nazionale del popolo ebraico, in cui esso realizza il suo diritto naturale, culturale, religioso e storico all’autodeterminazione … Il diritto ad esercitare l’autodeterminazione nello Stato d’Israele è esclusivo del popolo ebraico.” ("The attacks expose the depths to which the left has sunk," Arutz 7, 29 July 2018)
Tawil attacca l’ipocrisia dei membri arabi israeliani della Knesset, che “sono oltraggiati” perché la legge non menziona “piena uguaglianza di diritti per tutti i cittadini.” Ma “le preesistenti leggi d’Israele e la sua Dichiarazione di indipendenza … garantiscono uguaglianza dei diritti per tutti,” perciò qual è il vero problema? È che questa legge afferma che Israele è la patria del popolo ebraico.
Eppure Israele è ancora “l’unica fiorente democrazia in Medio Oriente e tratta le sue minoranze con rispetto.” Gli arabi israeliani sono “integrati nello Stato. Ricoprono alte cariche nella Corte suprema, nel Ministero degli esteri, nel settore della salute e perfino nella Polizia israeliana. La nuova legge non ha cambiato questa realtà …” ("The Secret Reason Arabs Reject Jewish Nation-State Law," B. Tawil, Gatestone Institute, 31 July 2018)
Molti hanno condannato questo “documento come razzista, discriminatorio,” ed antidemocratico. La rappresentante europea per gli affari esteri ha detto che solo una soluzione dei due stati può risolvere il conflitto arabo-israeliano e questa legge rappresenta un impedimento, però non spiega “perché il fatto che Israele sia uno Stato ebraico con eguali diritti per i non-ebrei” realmente impedisca tale obiettivo.
Denis MacEoin, dottore in studi persiani ed insegnante di studi arabi e islamici, ha detto che l’Unione Europea ha per decenni “preso una posizione anti-Israele” che permette ai palestinesi di “mettere in atto guerre ed attacchi terroristici,” e previene la soluzione dei due stati. I palestinesi a loro volta insistono che il loro stato debba andare dal fiume Giordano fino al Mar Mediterraneo, il che significa “pulizia etnica di massa o genocidio.”
L’approvazione della legge fondamentale ha semplicemente fornito “una solida base legale per la creazione di Israele nel 1948,” in linea con il Mandato della Palestina da parte della Società delle nazioni, il cui preambolo recita: ‘Mentre le principali Potenze alleate hanno approvato che il Mandato sia responsabile di mettere in atto” la Dichiarazione Balfour del 1917 “in favore della fondazione in Palestina di una patria nazionale per il popolo ebraico, sia ben compreso che nulla dovrà essere fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non-ebraiche esistenti in Palestina, o i diritti e lo status politico di cui gli ebrei godono in altre nazioni’.”
Le false accuse contro questa legge rivelano un pregiudizio anti-Israele: “Israele viene ingiustamente condannato per qualcosa per cui nessuno stato musulmano è mai stato condannato: identificare la propria nazione con la propria religione.” Nelle nazioni musulmane questo spesso “esclude o restringe i diritti, o anche l’esistenza stessa, delle minoranze …”
Ciò riguarda anche l’Autorità Palestinese, poiché l’articolo 4 delle sue Leggi fondamentali emendate del 2003 recita: “L’Islam è la religione ufficiale della Palestina, con la sharia come sua principale fonte legislativa …” La legge religiosa della sharia è al di sopra di tutte le leggi democratiche che la contraddicono. ("On Israel's Nation-State Law,' D. MacEion, Gatestone Institute, 22 Aug. 2018)
Dror Eydar ha detto che la legge costringe gli ebrei dentro e fuori da Israele “a mettere a confronto l’identità dello Stato con la premessa basilare dietro all’intera impresa sionista: … Abbiamo un diritto storico, religioso e legale su questa terra?” ("The lie behind the nation-state law backlash," D. Eydar, Israel Hayom Op-ed, 10 Aug. 2018)
Yechiel Leiter, membro anziano del Kohelet Policy Forum, ha detto che nel 1967 “un gruppo di accademici francesi … ha creato il postmodernismo, un’idea che da allora ha intasato … il mondo accademico, i mezzi di comunicazione e la maggioranza della vita politica occidentale.” A causa dei “terribili eventi del 20° secolo,” essi non solo hanno rifiutato l’idea che la ragione umana “abbia sostituito la fede con l’illuminazione,” ma dopo Hitler, Stalin, Mao, ecc., anche la stessa ragione non è stata più una risposta. Perciò, eliminando “sia la fede che il razionalismo … la realtà è diventata soggettiva, le parole sono state rese insignificanti, il fatto e la finzione si sono fusi in una cosa sola, la legge è diventata letteratura, la storia è diventata poesia, l’individuo è stato decentrato, la famiglia tradizionale è stata smantellata e la società è stata frammentata in una divisione multiculturale.”
Oggi i sostenitori d’Israele devono capire che per i postmodernisti “la verità è relativa ed i fatti sono soggettivi,” così come il fatto che nella loro percezione “nulla è peggio e nulla deve essere rifiutato con maggiore decisione delle grandi narrazioni storiche … E dove si può trovare una meta-narrazione più grandiosa della storia di Israele? … Nulla mette più a repentaglio l’incredulità” in loro “che il successo del Sionismo. È una meta-narrazione senza precedenti della durata di tre millenni e mezzo, ora formalmente incastonata nella nascente costituzione d’Israele.” ("Nation-State Law, a constitutional showdown with postmodernism," Y. Leiter, JP Op-ed, 16 Aug. 2018)
Papa Francesco: un falso profeta?
Il presidente russo Putin, alla Cattedrale navale di San Nicola a Kronstadt, ha messo in guardia contro il Papa, che sta usando “la sua propaganda per gettare una pericolosa ideologia politica di estrema sinistra su un popolo vulnerabile … che si fida di lui per via della sua posizione … Se considerate ciò che [Francesco] dice, è chiaro che egli non è un uomo di Dio, o almeno non del Dio cristiano. Non del Dio della Bibbia.” Ha aggiunto anche che Francesco “sogna un governo mondiale ed un sistema comunista globale … Come abbiamo visto … ciò non è compatibile con il Cristianesimo.”
Di recente il Papa “è diventato sempre più attivo nel fare pressione sul programma dei global e sugli obiettivi dell’estrema sinistra,” ha richiesto “una banca centrale globale” e ha detto che “gli americani hanno bisogno di essere governati al più presto da un governo mondiale per il loro stesso bene.” ("Putin slams Pope Francis, 'he's not a man of God'," newsgru.com, 9 Aug. 2018)
Biblicamente “tutti” non significa quello che pensi!
La parola “tutti” in ebraico e in greco non significa sempre “ogni persona/ogni cosa” come in italiano. Perciò quando Dio raduna tutte le nazioni alla guerra contro Gerusalemme (Zaccaria 14:2), questo non deve significare che la tua nazione sia in quell’orda dannata. La preghiera di intercessione può proteggere la tua nazione dall’andare contro la città, la terra e il popolo di Dio (Ezechiele 22:30).
Il SIGNORE ti benedica da Sion, egli che ha fatto il cielo e la terra.Salmi 134:3
Chuck e Karen Cohen